lunedì 7 settembre 2015

Tempo

Prendere consapevolezza che moriamo ogni giorno significa riappropriarsi del proprio tempo, ovvero la più alta forma di libertà a cui ognuno di noi possa aspirare. Questa è la tua vita e sta finendo un minuto alla volta.

"Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire" (lettera di Seneca a Lucilio)


Ad maiora
tuareg.zero@gmail.com

martedì 1 settembre 2015

Trattamento di Fine Mandato (TFM)

modificato martedì 1 settembre 2015

Il Trattamento di Fine Mandato o Indennità di Cessazione Carica (TFM) è un dispositivo fiscale che consente di creare un accantonamento finanziario interamente deducibile per l'azienda a beneficio dell'amministratore e dei soci operativi (in generale, quindi, a beneficio di tutti gli imprenditori che rivestono una qualche carica operativa all'interno dell'azienda).

E' riservato a società di persone e di capitali, quindi spa, srl, sas, snc, studi associati e tutti coloro che hanno un contratto di collaborazione a tempo determinato ma non è consentito alle ditte indivduali (amici professionisti, se vi interessa il TFM costituite uno studio associato e siete a cavallo).

Conviene all'azienda perchè è interamente deducibile in fase di accantonamento.


Conviene al lavoratore perchè non è tassabile durante il periodo previsto per l'accantonamento e sarà soggetto a tassazione separata al percepimento fino alla cifra di 1 milione di euro e a tassazione ordinaria per la parte eccedente 1 milione di euro 
(a condizione che rispetti il criterio della data certa)
Ne consegue che la tassazione sul TFM sarà minore rispetto a quella ordinaria.

E' preferibile utilizzare allo scopo una polizza assicurativa per garantire impignorabilità e insequestrabilità della somma accantonata ed anche per essere certi che al momento del percepimento i soldi ci saranno ancora tutti.


Con l'utilizzo di una polizza assicurativa a gestione separata si ottiene, inoltre, un rendimento certo che va ad aumentare il capitale finale.

Dall'Huffington Post di mercoledì 9 ottobre 2013:


Nella bozza di decreto per la correzione dei conti che dovrebbe arrivare oggi in consiglio dei ministri, la manovrina per riportare il rapporto deficit/pil sotto il 3% e rifinanziare la cassa integrazione in deroga, il governo prevede di recuperare le risorse necessarie non solo dai tagli di spesa annunciati, ma anche dall'aumento delle accise sulla benzina e degli acconti Ires e Irap.
Si tratta a tutti gli effetti delle stesse coperture individuate per il decreto che avrebbe dovuto bloccare l'aumento dell'Iva. Decreto poi dimenticato dopo l'accelerazione della crisi di governo che ha quindi fatto scattare l'aumento dell'imposta.
L'acconto Ires sale dal 101 al al 103%, con effetti anche sull'anticipo Irap a cui la stessa imposta è collegata. In pratica, per le imprese, che per legge sono tenute a pagare l'imposta, si tradurrà nell'ennesimo onere aggiuntivo: più tasse. Trattandosi dell'acconto che si paga a novembre, relativo alle imposte dell'anno successivo, la beffa è doppia. Perché non solo significa pagare a novembre la totalità di quanto si presume si debba versare l'anno successivo (tasso a novembre quello che lo Stato stima possa guadagnare l'anno successivo), ma essendo superiore al 100% il versamento si traduce a tutti gli effetti in un prestito allo Stato. Con il conto pagato dalle imprese.
Uno scatto, quello degli acconti, che il governo aveva avviato già a fine di giugno, tra le coperture volte a bloccare il primo aumento dell'Iva. Allora, il capogruppo Brunetta tuonò all'indomani del via libera al provvedimento parlando di "presa in giro" e dicendosi sicuro: "la maggioranza le cambierà". La maggioranza non le cambiò, e in sede di conversione gli aumenti scattarono tali e quali. L'anticipo Irpef salito al 99, quello dell'Ires (e dell'Irap) al 101. Oggi, se la bozza del decreto dovesse uscire com'è entrata, potrebbe quindi aumentare ancora fino a 103.

Ne consegue che l'accantonamento TFM oltre ad essere immediatamente e interamente deducibile ai fini IRES per le società di capitali (non lo è ai fini IRAP), produrrà un beneficio fiscale anche sull'acconto previsto per l'anno successivo perchè ne ridurrà l'importo.


Lo stesso virtuosismo è ottenibile per le società di persone sull'anticipo IRPEF.

Se opportunamente strutturato, l'accantonamento del TFM consente di ottenere una differenza tra fondo TFM e netto avere a fine mandato prossima allo 0% (in pratica se accantono 100 metto "in tasca" 100 al netto delle imposte pagate). Secondo me è lo strumento più efficace per defiscalizzare gli utili dell'azienda e costruire un' adeguata provvista economica a beneficio dell'imprenditore. Deve però seguire alcune semplici ma precise regole operative per non rischiare di vanificare il risultato previsto.


Per ulteriori approfondimenti o valutazioni personalizzate contattatemi via email.

Ad maiora.

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martedì 29 luglio 2014

Aforismi

Abbiamo due occhi, due orecchi e una sola bocca: per osservare molto, ascoltare il doppio e parlare la metà. (Epitteto 50-125 d.C.)

Lo stolto impara solo soffrendo. (Esiodo VII a.C.)

Il regalo più grande che tu possa fare a qualcuno è il tuo tempo, perchè regali un pezzo della tua vita che non tornerà mai più indietro. (Anonimo)


venerdì 28 giugno 2013

Hemingway

"Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi." Ernest Hemingway

Ad maiora
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martedì 25 giugno 2013

TCM: temporanea caso morte

Alcuni di voi mi hanno rimproverato per aver abbandonato questo blog: ritengono che sia una voce fuori dal coro utile e necessaria.

AVETE RAGIONE E VI RINGRAZIO PER L'APPREZZAMENTO!

Non sono "sparito dalla circolazione", diciamo che il monologo si è trasformato in un dialogo e la discussione si è trasferita qui: TCM: temporanea caso morte

Ad oggi sono presenti 741 "post" e quasi 38.000 visualizzazioni: c'è di tutto e di più...
Mettetevi comodi e buona lettura :)

Ad maiora.
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giovedì 11 aprile 2013

KEY MAN questa sconosciuta

Leggo sempre più spesso sui forum che frequento, di polizze k-man a vita intera sottoscritte da imprenditori e professionisti disinformati su suggerimento di assicuratori e compagnie di assicurazioni, spesso con la complicità non del tutto disinteressata di commercialisti e fiscalisti.

La polizza key man serve a garantire all'impresa (società o ditta individuale) le risorse finanziarie necessarie a superare le difficoltà economiche derivanti dalla perdita di importanti figure professionali o manageriali difficilmente sostituibili.

Pertanto la configurazione esatta DEVE essere la seguente:
1- temporanea caso morte, invalidità, malattia, eccetera...
2- contraente azienda
3- beneficiario azienda
4- assicurato il personaggio chiave (il key man)

SOLO con queste caratteristiche il contratto assicurativo è interamente deducibile per l'azienda e non è fringe benefit per l'uomo chiave (art.109 del T.U.I.R.).

Tutte le "variazioni" sul tema, tipo polizze miste o unicamente finanziarie a vita intera con capitalizzazione dei premi, beneficiari diversi dall'azienda contraente e altre genialate di assicuratori e compagnie NON SONO polizze key man e pertanto NON SONO deducibili.

Ricordate che di fronte ad una contestazione dell'Agenzia delle Entrate in merito alla deducibilità di una polizza key man sbagliata, l'assicuratore e la compagnia saranno latitanti e se interpellati addirittura reticenti.

Ci sono tanti modi leciti a disposizione di aziende, imprenditori e professionisti per trarre profitto dall'utilizzo di un contratto assicurativo rispettando le regole previste dalla normativa in materia. Non serve strafare ma forse sarebbe necessario studiare di più.

Quindi, anche nella scelta del vostro consulente assicurativo, scegliete sempre persone serie, capaci e competenti.
I piazzisti di polizze e i "saltafossi" sarebbe ora che cambino mestiere.


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domenica 23 dicembre 2012

Decorrenza 21/12/2012

Come qualcuno di voi già saprà, dal 21/12/2012 sono cambiate le tariffe delle assicurazioni sulla vita per adeguamento alla normativa europea sulla parificazione uomo/donna.

Personalmente credo sia una stupidata, perchè indipendentemente da quanto possano concordare i nostri governanti a tavolino, le donne vivono statisticamente più a lungo degli uomini e questo dovrebbe corrispondere ad un differente trattamento tariffario sulle assicurazioni che prevedano il rischio demografico.

Secondo me è solo una genialata per aumentare indifferentemente le tariffe: sulle TCM difatti è aumentato il costo assicurativo delle donne portandolo allo stesso pricing degli uomini, mentre sulle RETIREMENT è diminuito il coefficiente di trasformazione in rendita degli uomini (che sopravvivono statisticamente di meno) per unificarlo con quello delle donne (che come già detto sopravvivono statisticamente di più).
Quindi rendite di conseguenza più basse per tutti.

Dimenticavo, dal 1/01/2013 cambieranno anche i coefficienti di trasformazione INPS per via dell'adeguamento programmato al miglioramento dell'aspettativa di vita con una riduzione intorno al 4% rispetto al triennio 2010/2012. Sommando le due cose i coefficienti di trasformazione assicurativi sono stati ridotti del 9%.

E così la parità tra i sessi è stata sancita anche nel settore assicurativo. In pratica sono stati penalizzati entrambi, uomini e donne, a vantaggio delle Compagnie e del Governo che ovviamente pretende la sua parte.

Complimenti a chi ha sottoscritto piani previdenziali con coefficiente bloccato nel 2012 perchè ha fatto un ottimo affare e complimenti a chi ha sottoscritto TCM entro il 21/12 perchè ha risparmiato un bel po' di soldini.

Per gli altri che dire, sbagliare una volta può capitare... ma la seconda diventa una scelta.


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sabato 3 marzo 2012

Giusto una sortita

Nel mio vagabondare per la rete alla ricerca di spunti e informazioni, ho visitato diversi forum e blog che parlano di assicurazioni.

Non ne ho trovato uno che sia uno, che parli di tutela della vita umana. Parlano quasi tutti di assicurazioni sulle automobili.

Quindi l'auto sale di diritto sul podio quale "il bene più importante (e più amato) dagli Italiani".

Quelli che non parlano di assicurazioni auto, parlano delle assicurazioni imposte dalle banche a tutela del mutuo ed a beneficio delle banche stesse; per essere precisi parlano di come evitare di assicurarsi o come recedere dal contratto dopo l'erogazione del mutuo.
Non importa a nessuno se invece sia utile ed opportuno garantire l'estinzione del debito evitando che diventi una responsabilità per chi rimane.

Alcuni cominciano a parlare di pensioni, ma il livello delle discussioni è limitato a valutazioni secondo modelli di trading. Longevity risk e qualità della vita nella terza età sono concetti completamente ignorati.

Nessuno, dico nessuno, che parli delle conseguenze spesso devastanti derivanti dalla perdita della Vita o dal peggioramento permanente dello stato di salute.

Questo mi ha portato a due conlusioni:
1. noi italiani siamo veramente dei babbei irresponsabili che vivono prima per l'auto e poi per i propri figli pensando occasionalmente a quando saremo vecchi (ma forse pensiamo che a quel momento ci saranno i nostri figli, che oggi ignoriamo, che provvederanno al nostro sostentamento)
oppure
2. noi assicuratori vita siamo talmente impreparati e incompetenti (me compreso) da non essere in grado di trasmettere alle persone che la loro Vita è il bene più importante e vanno tutelati i loro cari dalle conseguenze di una improvvisa dipartita.

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domenica 28 agosto 2011

Linee guida piano previdenziale (ovvero "il piano previdenziale perfetto")

aggiornamento 4.11.2011

Oggi parliamo di pensione.

Scopo della pensione dovrebbe essere quello di garantire il nostro tenore di vita quando non saremo più in grado di lavorare (o non vorremo più farlo); quindi è importante pensarci per tempo perchè è più economico e si possono ottenere condizioni migliori rispetto a quelle ottenibili più avanti.

L'obiettivo di un piano pensionistico dovrebbe essere quello di ridurre il gap previdenziale al fine di rendere uguali (o il più possibile simili) l'ultimo reddito da lavoro ed il primo reddito da pensione, in modo da non essere costretti a ridurre il proprio tenore di vita dal giorno successivo al pensionamento. Tecnicamente si chiama "tasso di sostituzione".

Da qualche anno nella previdenza pubblica (INPS) e di categoria (Casse professionali) è prevalente il sistema contributivo che si basa esclusivamente sulla somma dei contributi versati durante l'intero periodo lavorativo: il montante contributivo verrà moltiplicato per il coefficiente di trasformazione e darà origine all'importo della pensione; i coefficienti di trasformazione verranno rivisti al ribasso con cadenza triennale perchè collegati all'aspettativa di vita dell'individuo. Oggi la previsione è di un aumento dell'aspettativa di vita di 3 mesi per ogni anno.

Se da una parte il sistema contributivo ha portato alla sostenibilità del sistema pensionistico e sta rimediando ai danni del vecchio sistema retributivo (basato sul reddito e non sui contributi), dall'altra ha ridotto notevolmente le pensioni rispetto a quanto erano abituati i nostri padri.
La cosa può aver generato un diffuso malcontento, ma credo che fosse indispensabile per rendere sostenibile il sistema pensionistico italiano e garantire un redddito a chi è già in pensione ed un minimo di pensione per le generazioni future.

Rimane il fatto che, volenti o nolenti, la nostra pensione pubblica non sarà più in grado di garantire un tenore di vita decoroso: si parla di un futuro tasso di sostituzione (rapporto tra l'ultimo reddito da lavoro ed il primo reddito da pensione) del 40% per i lavoratori autonomi e del 60% per i dipendenti.
Esempio: se il mio ultimo reddito è di 24.000€ netti all'anno, se sono un dipendente la mia pensione sarà di 14.400€ e se sono un autonomo di 9.600€ (questa differenza è dovuta al fatto che un dipendente paga il 33% di contributi, un autonomo ne paga il 20%).

La naturale conseguenza di ciò è che dovremmo integrare la pensione con forme di reddito supplementari se vogliamo garantirci un dignitoso tenore di vita quando saremo anziani: è altamente consigliato ai lavoratori dipendenti ed è assolutamente indispensabile ai lavoratori autonomi (diversamente saranno dolori e non parlo degli acciacchi della terza età).
Prevedere e provvedere a questa esigenza farà la differenza tra l'essere un anziano signore piuttosto che un povero vecchio.

Secondo me un piano pensionistico integrativo che sia efficace OGGI dovrebbe avere queste caratteristiche:

1- versamenti programmati ricorrenti obbligatori = accantonamento CERTO;
(indispensabile).
2- versamenti aggiuntivi non obbligatori = accantonamento MIGLIORABILE;
(utile ma non indispensabile).
3- rivalutazione minima garantita = rivalutazione CERTA e MIGLIORABILE;
(indispensabile).
4- rivalutazione superiore all'inflazione = potere d'acquisto CERTO e MIGLIORABILE;
(indispensabile).
5- consolidamento periodico degli interessi maturati = aumento del capitale CERTO;
(indispensabile)
6- interessi composti = ottimizzazione CERTA e MIGLIORABILE;
(indispensabile).
7- coeff. di trasformazione bloccato = rendita CERTA e MIGLIORABILE;
(indispensabile).
8- opzione rendita o capitale alla scadenza = prestazione CERTA e MIGLIORABILE;
(indispensabile).
9- esente da tasse al percepimento = disponibilità economica CERTA;
(indispensabile).
10- rendita rivalutabile = protezione da erosione inflattiva CERTA durante il percepimento.
(indispensabile).
11- erogazione senza penalizzazioni in caso morte = capitale CERTO agli eredi;
(indispensabile).

Vediamo ora quali strumenti finanziari rispondono alle caratteristiche sopra elencate:

1- versamenti programmati ricorrenti obbligatori = accantonamento CERTO;
polizze vita a premio ricorrente.

2- versamenti aggiuntivi non obbligatori = accantonamento MIGLIORABILE;
polizze vita a premio ricorrente e a premio unico, piani o fondi pensionistici individuali (PIP o FIP), fondi pensione aperti (FPA) e fondi pensione chiusi o negoziali (FPN).

3- rivalutazione minima garantita = rivalutazione CERTA e MIGLIORABILE;
polizze vita a gestione separata con tasso tecnico > 0, PIP, buoni postali e titoli di stato.

4- rivalutazione superiore all'inflazione = potere d'acquisto CERTO e MIGLIORABILE;
buoni postali fruttiferi e BTPi, polizze vita a gestione separata tasso tecnico >=2% (storicamente i rendimenti sono sempre stati superiori all'inflazione ma non è garantito da contratto).

5- consolidamento periodico degli interessi maturati = aumento del capitale CERTO;
polizze vita a gestione separata, PIP e buoni postali.

6- interessi composti = ottimizzazione CERTA e MIGLIORABILE;
polizze vita a gestione separata, buoni postali, PIP, FPA e FPN
(FPA e FPN possono avere interessi negativi = perdite di capitale).

7- coeff. di trasformazione bloccato = rendita CERTA e MIGLIORABILE;
alcune polizze vita.

8- opzione rendita o capitale alla scadenza = prestazione CERTA e MIGLIORABILE;
alcune polizze vita.

9- esente da tasse al percepimento = disponibilità economica CERTA;
tutte le polizze vita, i buoni postali e i titoli di stato
(eccetto per tutti la ritenuta fiscale sulla plusvalenza).

10- rendita vitalizia rivalutabile = protezione CERTA dall' erosione inflattiva durante il percepimento;
alcune polizze vita.

11- erogazione senza penalizzazioni in caso morte = capitale CERTO agli eredi;
quasi tutte le polizze vita, PIP, FPA e FPN.

PIP,FPA e FPN rispondono ad alcune delle caratteristiche richieste: purtroppo non hanno i coefficienti di trasformazione bloccati e si perde interamente il beneficio fiscale per la parte di versamento eccedente i 5.164,57€. Inoltre la prestazione è obbligatoriamente prevista in rendita o 50% rendita e 50% capitale, salvo il caso in cui la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell'assegno sociale; in questo caso è prevista l'erogazione dell'intero capitale.
Sia la rendita che il capitale sono poi tassati dal 9% al 15% al percepimento.

BTPi e BPF (indicizzati all'inflazione) danno certezze sul rendimento, ma i BTPi necessitano di continui interventi (reinvestimento delle cedole e non sappiamo con quali rendimenti) ed entrambi non risolvono il longevity risk (rischio di sopravvivenza all'esaurimento del capitale).
Inoltre non possiamo prevedere con quale strumento ed a quali condizioni avverrà la conversione in rendita. Secondo me ci sono troppe incognite per costruire un piano previdenziale certo.

Le polizze vita sono presenti in tutte le voci, quindi dovrebbero essere la soluzione migliore.
Rimane il rischio inflazione: storicamente la gestione separata della compagnia per cui lavoro ha sempre ottenuto rendimenti nettamente superiori all'inflazione, ma non è una certezza garantita da contratto (è previsto il 2% di rivalutazione annua minima garantita).
Ma io sono ragionevolmente fiducioso nell'operato dei miei colleghi che si occupano della gestione investimenti; quindi il raggiungimento di questo requisito importantissimo dipenderà molto dalla compagnia a cui ci si affida. Se non potete avere ulteriori informazioni, scegliete almeno quella con i rendimenti storici migliori .

ATTENZIONE: le polizze vita non sono tutte uguali. Pochissime hanno i coefficienti di trasformazione in rendita bloccati (importantissimi per ottenere il nostro scopo) e fate soprattutto attenzione alle polizze vita UNIT e INDEX-LINKED perchè sono strumenti d'investimento senza prestazioni certe e NON SONO assolutamente adatti agli scopi previdenziali che ci siamo prefissati.

Per qualsiasi ulteriore info, postate qui o via email.
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