venerdì 24 giugno 2011

Previdenza complementare COVIP vs Previdenza alternativa

aggiornamento 9.11.2011

Quello che segue è un confronto tra un piano di previdenza complementare regolamentato dal COVIP ed un piano previdenziale "proprietario" che ho nella "cassetta strumenti" della compagnia per cui lavoro.
Per l'esempio in questione ho considerato un uomo di 35 anni che contribuirà per 35 anni nelle 2 soluzioni e che andrà quindi in pensione a 70 anni.

Prima di iniziare è necessario fare una breve premessa:
La legge Dini n.333 del 8.08.95 (istitutiva del sistema contributivo) aveva previsto l'adeguamento dei coefficienti di trasformazione in rendita con scadenza decennale.
Il primo aggiornamento previsto nel 2005 non è mai stato attivato.
Nel 2007, con la legge 247 ed il Protocollo del Welfare, si è stabilito un primo aggiornamento dei coefficienti con decorrenza 1 gennaio 2010; successivamente sarà previsto un aggiornamento automatico triennale i cui meccanismi saranno costruiti da una commissione specifica da costituire con le parti sociali.
Questo primo adeguamento introdotto a fine 2009, ha portato ad una diminuzione dei coefficienti da 6,136 a 5,620 per un pensionamento a 65 anni (età di pensionamento attuale) e da 7,563 a 6,734 per un pensionamento a 70 anni.
E' inoltre stabilito un innalzamento progressivo e graduale dell'età pensionabile a 70 anni.

Per il nostro confronto ho utilizzato i coefficienti pensionistici dell'INPS relativi al pensionamento a 70 anni perchè sono gli unici su cui poter azzardare il calcolo di una previsione per il futuro in virtù dell'ultima variazione ed un'età di pensionamento di 70 anni perchè dovrebbe essere l'età che consentirà l'accesso al pensionamento alla scadenza del nostro esempio.

La riduzione del coefficiente di 0,829 (pensionamento a 70 anni) corrisponde ad una diminuzione della pensione di 10,9%.
Se in 14 anni (dal 31.12.1995 al 31.12.2009) si è avuto una riduzione del 10,9%, è plausibile pensare che alla scadenza dei prossimi 35 anni la riduzione del coefficiente relativo ai 70 anni di età sarà di un ulteriore 27,25%.
E' quindi possibile prevedere un coefficiente di trasformazione al 31.12.2046 uguale a 4,898.

Il nostro uomo, che chiameremo Mario, ha 35 anni di età, è un professionista che guadagna circa 50k all'anno, ha un'aliquota IRPEF del 37% e aderisce ad un fondo pensione (FPA o PIP); ipotizziamo che il rendimento dal fondo sarà costante e pari al 3% netto annuo per 35 anni.
Il nostro Mario contribuisce al Fondo Pensione per €5.164,57 all'anno e reinveste nel fondo il beneficio fiscale di €1.910,89 (37% di 5.164,57).
Quindi la sua contribuzione annua ai fini previdenziali è di €7.075,46 x 35 anni (il costo effettivo per Mario rimane comunque di €5.164,57 annui).
Al 31.12.2046, data del pensionamento, il nostro amico avrà versato €247.641,10 e maturato interessi per €192.958,90.
La plusvalenza sarà tassata al 11% (192.958,90 – 11% = 171.733,42) ottenendo un montante contributivo di €419.374,52 (247.641,10 + 171.733,42 = 419.374,52).
Il risparmio fiscale reinvestito di €1.910,89 corrispondente al 37% non sarà tassato al percepimento, per cui avremo 2 montanti: un primo montante di €264.205,94 (63% di €419.374,52) che sarà tassato al 9% (come previsto per 35 anni di anzianità contributiva complementare) ottenendo €240.427,41 netti ed un secondo montante non soggetto a tassazione di €155.168,57 (37% di €419.374,52).
La sommatoria dei 2 montanti "netti" darà un capitale complessivo di €395.595,98 che trasformato in rendita con il coefficiente previsto di 4,898 darà una rendita annua netta di €19.376,29.

Ora il nostro protagonista ha un gemello, Franco, che invece ha scelto la soluzione previdenziale assicurativa che ho nella mia cassetta strumenti e che chiameremo "modello tuareg".

Anche per Franco ipotizzeremo un rendimento netto costante del 3%.

Il modello tuareg è realmente sottoscrivibile ed è molto semplice:
- tasso tecnico 2% (rivalutazione minima garantita precalcolata alla sottoscrizione);
- coefficiente di trasformazione in rendita bloccato alla data di sottoscrizione;
- possibilità di scegliere alla scadenza tra capitale o rendita;
- possibilità di scegliere la scadenza per il percepimento (per equità del confronto consideriamo i 70 anni);
- il premio annuo non è deducibile;
- l'importo percepito non sarà soggetto a imposte.

N.B: i risultati che seguono sono quelli riportati nella "soluzione personalizzata" e quindi previsti da contratto.

Il nostro "gemello" verserà €5.164,61 all'anno x 35 anni. Quindi avrà versato in tutto €180.779,85 (5.164,61 x 35 anni + 18,5 diritti d'emissione) e maturato interessi per €139.167,08 (tot. 319.946,93).
La plusvalenza sarà tassata al 12,5% (139.167,08 – 12,5% = 121.771,19) ottenendo un montante contributivo di €302.551,04 (180.779,85 + 121.771,19 = 302.551,04).
A questo punto potrebbe scegliere tra ritirare l'intero capitale o percepire una rendita vitalizia; sceglierà la seconda per assecondare il nostro confronto.
Quindi il suo montante contributivo di €302.551,04 verrà convertito in rendita vitalizia con il coefficiente di trasformazione contrattuale fissato nel 2011 e pari a 6,612.
Questa conversione darà origine ad una rendita vitalizia rivalutabile di €20.004,67 netta che non sarà soggetta a nessun’altra tassazione come previsto dalla vigente normativa.

Sintesi del risultato alla scadenza delle 2 soluzioni:

RENDITA da previdenza COMPLEMENTARE (covip) = €19.376,29 annui (rivalutabili o fissi non mi è ancora chiaro); consideriamo pure che saranno rivalutabili.
RENDITA da previdenza ALTERNATIVA (tuareg) = €20.004,67 annui sicuramente rivalutabili, cioè l'importo della rendita si rivaluterà annualmente successivamente all'erogazione di prima annualità in funzione della rivalutazione annua della gestione separata di riferimento.

Ora è il momento di fare alcune considerazioni:
- con il modello tuareg possiamo scegliere la data di percepimento perchè non siamo vincolati all'età di pensionamento, mentre la regolamentazione COVIP segue l'età di pensionamento pubblica;
- il modello tuareg consente la libera scelta tra capitale e rendita alla scadenza, mentre la previdenza complementare impone la rendita oppure max 50% capitale e 50% rendita (salvo alcune eccezioni in caso di particolari esigenze: acquisto o ristrutturazione prima casa e spese mediche per gravi patologie; comunque sempre tassato al 9% o al 23% in caso di anticipo di capitale precedente al raggiungimento dell'età pensionabile);
- il modello tuareg non segue l'asse ereditario e prevede un beneficiario scelto dall'assicurato, mentre la complementare no e questo può essere un problema per le coppie di fatto o in mancanza di eredi;
- la contribuzione alla previdenza complementare gode di apparenti benefici fino a €5.164,57 annui; dopo tale cifra non ci sono benefici ma permangono comunque le imposte al percepimento;
- nel modello tuareg i vantaggi del coefficiente di trasformazione bloccato aumentano con l'aumentare dell'importo annuo accantonato;
- la rivalutazione al 3% considerata è attualizzata ai rendimenti medi dei fondi pensione, mentre il rendimento medio della soluzione alternativa è da diversi anni sempre superiore al 5% netto (oltre il 6% lordo); ne consegue una prevedibile ulteriore maggiorazione della rendita della soluzione tuareg rispetto a quella prevista e considerata nel confronto.

Si direbbe che il blocco del coefficiente di trasformazione valga più dei benefici fiscali oggi concessi per incentivare la previdenza complementare perchè detti benefici verranno successivamente azzerati dalle imposte (nel migliore dei casi al 9%, altrimenti al 15% con un'anzianità contributiva fino a 15 anni e poi -0,3% per ogni anno successivo al quindicesimo fino ad un massimo del 6%) e dalla progressiva riduzione dei coefficienti di trasformazione.
Di fatto l'ufficio delle imposte quello che oggi "regala" domani "pretende".
Inoltre nonostante la differenza di €93.000 tra i montanti delle 2 soluzioni al momento del percepimento (395k contro 302k), il coefficiente di trasformazione bloccato alla sottoscrizione azzera il vantaggio quantitativo del montante maggiore e risulta la soluzione più efficace per valorizzare il proprio capitale ai fini della rendita.

Alcuni commenti:
- nell'esempio è stata considerata una rivalutazione per entrambi del 3%, ma nei fatti la rivalutazione media delle gestioni separate è storicamente superiore a quella della previdenza complementare;
- negli accantonamenti per la complementare vi sono commissioni che variano dallo 0% dei FPN (con costi di gestine che non conosco ma che ci sono) fino al 5% di alcuni PIP, per cui non sono stati considerati;
- il coefficiente di conversione previsto di 4,898% è un'ipotesi calcolata sulla variazione degli ultimi 14 anni, quindi potrebbe risultare maggiore o minore al momento dell'effettivo percepimento.

La tendenza delle compagnie assicurative oggi è quella di eliminare le polizze con coefficienti bloccati per "uniformarsi" alle linee guida della previdenza pubblica e contenere i futuri costi di erogazione.
Il mio consiglio è di approfittarne finchè sono ancora sottoscrivibili.

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giovedì 23 giugno 2011

Mestieri

Un giorno una grossa nave fu rimorchiata in porto per un guasto al motore.
Dopo 2 giorni di inutili tentativi per riavviarlo, il comandante decise di chiamare "uno specialista".
L'omino arrivò con la sua cassetta degli attrezzi e chiese al motorista di riavviare il motore.
Restò immobile ad osservare per alcuni minuti il motore singhiozzare nel vano tentativo di rimettersi in moto.
Quindi aprì la sua cassetta degli attrezzi, estrasse un grosso martello, prese accuratamente la mira e diede una forte martellata in un punto apparentemente insignificante del grosso ingranaggio.
Disse nuovamente al motorista di riavviare il motore della nave.
Il motorista fece quanto detto dall'omino ed il motore si riavviò immediatamente.
L'omino presentò il conto al comandante: 1000 dollari.
Il comandante borbottò dicendo che era assurdo pagare 1000 dollari per un intervento di pochi minuti per di più eseguito con una singola martellata, e quindi pretendeva una nota dettagliata dell'intervento e del costo di ogni singola operazione.
L'omino estrasse il suo blocco fatture e scrisse:
"costo di una martellata = 1 dollaro"
"sapere dove dare la martellata = 999 dollari".

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martedì 7 giugno 2011

Quando accade l'imprevedibile

John R. Humphries lavorava solo da un mese quando vendette quello che definì "il suo affare più importante".
E' una storia che ha raccontato molte volte alle riunioni MDRT.
Questo primo affare, che si svolse molti anni fa, gli impedì di cambiare lavoro perchè gli diede la religione delle assicurazioni vita.
La storia è la seguente:

<<Lavoravo nella vendita delle assicurazioni vita da circa un mese. Avevo ricevuto un nome riferito da un giovane che mi aveva indirizzato a suo cugino che lavorava come maschera part time in uno dei teatri del quartiere. Aveva solo diciassette anni e andava ancora a sciola.
Un sabato mattina andai nei sobborghi della città per incontrarlo. Non avevo mai visto una casa così misera e trascurata. C'erano una quindicina di corde per stendere i panni tese da un albero all'altro, e tra gli alberi la casa.
La madre faceva la lavandaia per mantenere la famiglia. Le crepe nel legno delle pareti erano rammendate con altre tavole. La casa non aveva mai visto una mano di vernice. Tutto l'ambiente denotava povertà.
Il mio, Tommy Arnold, era in casa e parlammo per una mezz'ora. Il risultato fu che acquistò un'assicurazione vita da 1.500 dollari in 30 rate. Fummo costretti a raddoppiare l'indennizzo sulla polizza per arrivare al premio trimestrale minimo di 7,50 dollari, che mi pagò in contanti.
Tornando in città mi sentivo proprio come un ladro. Ritenevo onestamente di aver rubato 7,50 dollari a quel povero ragazzo.
Quando arrivai in ufficio, andrai dritto dal mio capo e presentai le mie dimissioni. Egli mi chiese il motivo e io gli riferii l'accaduto.
Grazie al cielo Ed Martin, il mio capo (che tra l'altro aveva il dono della pazienza di Giobbe, pazienza che misi alla prova molte altre volte negli anni successivi), passò il resto della mattinata a convincermi a restare nel settore delle assicurazioni vita.
Ogni giorno ringrazio Dio per la sua ineguagliabile comprensione.
Tommy Arnold non fu mai in ritardo nei pagamenti, che veniva a versare in contanti in ufficio.
Quattro pagamenti dopo, quasi un anno dopo l'acquisto della polizza, mentre si tuffava nell'acqua bassa di una piscina pubblica, si ruppe il collo. Tre giorni dopo morì.
Quando chiamai sua madre e le chiesi se potevo venire a portarle l'assegno per il capitale assicurato, rispose: "No, il signor Arnold e io veniamo in città questo pomeriggio e vorremmo passare a trovarla in ufficio."
Arrivarono quel pomeriggio: la signora Arnold aveva 67 anni, era curva, con le mani rese nodose dal duro lavoro. Il signor Arnold aveva circa 70 anni, era invalido da anni e non poteva lavorare. Avevo in mano due assegni da 1.500 dollari l'uno; premi totali pagati, 30 dollari.
Spiegai loro che, se lo desideravano, potevano corrispondere ad una rendita mensile, oppure pagare parte del denaro in contanti, e il resto in rate mensili, ma lei rispose: "No, signor Humphries, il signor Arnold e io andiamo a comprare la nostra casa questo pomeriggio". E, mentre le lacrime le rigavano le guance rugose, disse: "Se non fosse stato per Tommy e per lei, signor Humphries, non avremmo mai saputo cosa vuol dire possedere una casa tutta nostra. Dio la benedica".
Fu allora, e solo allora, che capii in che campo lavoravo. Dissi una breve preghiera di ringraziamento per la saggezza di Ed Martin.
Questo fu indubbiamente il mio affare più importante. Mi fece restare nel settore delle assicurazioni. >>

Trentasei anni più tardi John R. Humphries concluse la sua carriera di agente generale con un'agenzia che aveva prodotto 123 milioni di dollari con 60 agenti a tempo pieno durante l'ultimo anno. Queste cifre sono impressionanti: milioni di dollari, un'agenzia gigantesca, una storia di successo americana iniziata con un povero ragazzo adolescente, un giovane agente e un premio trimestrale di 7,50 dollari.

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lunedì 6 giugno 2011

Una vocazione speciale

Queste sono le parole di un agente di successo statunitense che crede fermamente nella religione delle assicurazioni vita (è un po' datata, ma sempre molto attuale).

<< Per undici anni, prima di diventare un agente, ho servito come sacerdote. Durante quegli anni, ho celebrato circa settanta funerali. Ho avuto la possibilità di osservare di persona i problemi che le famiglie affrontano dopo la morte del sostegno familiare. Ricordo che talvolta alcune famiglie erano in grado di continuare una vita normale grazie a un solido programma assicurativo, però, la stragrande maggioranza delle situazioni era straziante a causa della mancanza di denaro.
Fui particolarmente rattristato alcuni anni fa quando morì un mio caro amico, lasciando la moglie e tre figlie adolescenti. Anche se guadagnava più di 50.000 dollari all'anno, egli lasciò meno di 8.000 dollari di assicurazione. La sua vedova si sposò meno di un anno dopo: non per amore, ma per sicurezza.
Ho offerto le mie preghiere e la mia compassione a questa donna, ma le mie preghiere sarebbero state molto più efficaci se fossero state accompagnate da un assegno.
Quando lasciai il sacerdozio, non ebbi dubbi su che cosa fare: sapevo che avrei dovuto vendere assicurazioni sulla vita e quando dico alla gente di essere un agente di assicurazioni lo faccio a testa alta, perchè so che che questa è la più grande vocazione del mondo.
La mia più grossa preoccupazione, entrando in questo settore, era quella di non riuscire a incontrare dieci o quindici persone alla settimana per chiedere loro di comprare. Nel dicembre scorso uno dei miei clienti potenziali morì prma che riuscissi a fargli firmare una proposta. Se solo fossi stato là alcuni giorni prima, la sua vedova avrebbe ricevuto 200.000 dollari in cambio del premio di un mese.
Quante persone muoiono sotto-assicurate perchè non riusciamo a raggiungerle?
L'assicurazione è una vocazione a soddisfare i bisogni dei nostri simili molto più di quanto non riusciamo a pensare. Noi rispondiamo a questa vocazione nel modo più completo quando incontriamo quante più persone possibile giorno dopo giorno.
Ora sono impegnato a incontrare  quante più persone riesco: questo richiede perseveranza.
La scorsa settimana ho fatto dieci telefonate e fissato otto appuntamenti. Sei di essi erano persone che non avevano risposto a un mailing.
Martedì pomeriggio ho telefonato a uno di loro e gli ho detto che lo avrei incontrato quella sera alle nove. Non era felice ma accettò di incontrarmi. Alle dieci avevo un assegno a copertura di una polizza vita intera da 100.000 di dollari.
Un giorno qualcuno eleverà una preghiera di ringraziamento perchè sono andato da lui. Potrebbe trattarsi della sua vedova alla sua morte, o potrebbe trattarsi di lui al momento di andare in pensione.
Perchè dovrei sentirmi a disagio se sono perseverante nell'offrire un servizio ad un estraneo?
Dovrei sentirmi a disagio solo quando non offro questo servizio al maggior numero possibile di persone.
Invito ognuno di noi a considerare il nostro lavoro come una chiamata divina.
Possiamo aiutare le persone in un modo nel quale nessun altro può farlo.
Siamo positivi in quello che facciamo.
Non dovremo ritenerci soddisfatti fino a quando non avremo raggiunto ogni persona che ha bisogno di un'assicurazione sulla vita.
Però, se dobbiamo raggiungere il nostro potenziale, dobbiamo pagare un prezzo: c'è ancora gente che ci riattacca il telefono, c'è ancora gente che ci dice di no, e c'è ancora gente che si arrabbia.
Ma questo è ancora un piccolo prezzo da pagare per portare sicurezza a quelli che rispondono. >>

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